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Xeniteia ed epoché

Epimeteo*

La proposta, vagamente provocatoria, che si vuole avanzare qui, a proposito di xeniteia, contemplazione e combattimento, consiste nell’individuare nell’epoché fenomenologico-trascendentale husserliana una delle forme più radicali di “estraniamento” dal mondo: “La scienza positiva è una scienza che si è smarrita nel mondo. Attraverso l’epoché si deve prima perdere il mondo per poterlo poi riottenere nell’universale presa di coscienza di se stessi. Come ha detto Agostino: Noli foras ire, in te ipsum redi, in interiore homine habitat veritas.” (Meditazioni cartesiane, Brescia 2017, p. 241).

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Di monaci in battaglia e di comunismo orante

Marcello Tarì

«…Voce del monaco nella battaglia.

Voci di tutti gli oppressi del mondo: infinite voci

qui raccolte nella voce di un orante attraversato da tutte le passioni.»

D.M. Turoldo

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Sopravvivenza o immortalità

Mårten Björk*

A cosa stiamo assistendo nelle proteste scaturite a Minneapolis dopo la morte di George Floyd e nelle rivolte della fame a Santiago del Chile? A livello sociologico esse rivelano che i nostri tempi, in questa cosiddetta fase due del regime corona-virus, si basano su uno squilibrio strutturale che la pandemia non può che approfondire. Ricordiamo che l’anno scorso, il 2019, è stato un anno di sollevamenti, scioperi e proteste in tutto il mondo. Infatti, dall’inizio della primavera araba nel 2011 abbiamo visto una crescita annuale delle proteste di circa l’11 per cento. Tuttavia, non viviamo solo in un’epoca di rivolte o in un periodo che i giovani in Spagna nel 2011 hanno definito “senza futuro”, questa sarebbe una descrizione troppo debole della nostra epoca. Viviamo piuttosto in un mondo dove non esiste più un chiaro principio egemonico e in un momento storico nel quale a molti sembra che lo status quo liberale sia minacciato. I nuovi leader populisti, come Trump e Bolsonaro, approfondiscono la via del declino e dell’anarchia, mentre i tentativi della sinistra tradizionale di trovare una nuova strada sono falliti miseramente con Corbyn e Sanders. Il disordine è la nostra nuova normalità.

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Bailamme: appunti di un percorso

Luigi Giorgi

 

«Un pensatore contemporaneo ha detto: “Trovare la direzione in cui si sta muovendo una cultura non è tanto difficile, né accompagnarsi a essa strepitando è poi quella gran cosa che pensano certi cervelluzzi in giro. Riconoscere, invece, il reale cammino, i sobbalzi all’indietro, le contraddizioni, le tensioni della vita i contrappesi che occorrono, le forze avverse che tornano a impegnarla quando è fiaccata dall’usura delle proprie, i suoi antagonismi senza i quali il dramma della vita non procede oltre, vedere tutto questo, non solo, ma sentire tutto questo come cosa nostra e viva in noi con le sue contraddizioni: è questo che rende uomo chi è uomo intero nel suo tempo”»

Mann, Considerazioni di un impolitico

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Hugo Ball e i pugili di Cristo

Brani tratti da “Cristianesimo bizantino” di Hugo Boll*, Adelphi 2015, edizione originale 1923.

Giovanni Climaco è il santo conosciuto con il nome di Giovanni della Scala. Igumeno del monastero del Monte Sinai intorno al 580, fu così chiamato perché lasciò un’opera ascetica divisa in trenta gradi o gradini. Sembra che originariamente, in testa al suo libro, l’autore avesse scritto soltanto Tavole spirituali, plakez pneumatikai. Ma già i monaci che eseguirono le prime copie diedero allo scritto il titolo klimax, nella traduzione latina Scala Paradisi, “Scala del Paradiso”.

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Lontano da dove

 Fabio Milana

Contemplazione e combattimento: bel tema, bella sollecitazione, di cui si deve esser grati agli autori. A me risuona immediatamente come “spiritualità e politica”, anche se percepisco che l’intonazione è diversa. Vi prevale un armonico comune alle due tonalità, una tensione trasversale a entrambe, non distribuita tra i due termini ma tale da stringerli in uno stesso nodo storico e pratico.

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L’archetipo del monaco

Da “Beata semplicità. La sfida di scoprirsi monaco” (Cittadella editrice) di Raimon Panikkar
Prologo. La vocazione monastica: il monaco è un archetipo universale?

Οσ πoρευεται
απλως
πoρευεται
πεποιδως 

Qui ambulat simpliciter
ambulat confidenter

Colui che cammina con semplicità
cammina sicuro
(Prv 10,9)

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Benedetto Calati. Lo spirito libero del monaco

Mario Tronti

Padre Benedetto Calati, al battesimo Luigi, nacque a Pulsano, piccola località della penisola salentina, in provincia di Taranto, il 12 marzo 1914. Muore a Camaldoli il 21 novembre 2000, a ottantasei anni.

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La regola dell’estraniamento

Marcello Tarì

Una tecnica spirituale

“I temi che la regola monastica assegnava ai frati per la meditazione avevano il compito di renderli estranei al mondo e alle sue faccende. Le riflessioni che veniamo svolgendo qui sono scaturite da un’analoga determinazione (…)”.
Walter Benjamin, decima tesi sul concetto di storia.

Le Tesi di Walter Benjamin, come sappiamo, sono non solo il suo ultimo scritto ma quello in cui converge e si sintetizza l’intero suo percorso di pensiero e di vita. Difatti non era questa la prima volta che inseriva nelle sue riflessioni un rimando alla forma di vita monastica.

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Xeniteia. Contemplazione e combattimento

Mario Tronti e Marcello Tarì

Inizia con questo articolo una collaborazione con il sito Qui e Ora. Le tematiche affrontate vertono intorno al nucleo centrale “Contemplazione e combattimento”; con uno sguardo polemico sul mondo che non esclude la trascendenza.

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